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19 Giugno 2018 (409 / anno XVIII)

il cammino /187

Rockwell Kent, The Matterhorn, 1958 circa, olio su tela

Rockwell Kent, “The Matterhorn”, 1958 circa, olio su tela

La montagna vivente

In questo numero:

Il Cammino dei Briganti sta avendo un grosso successo, sono tanti i camminatori che ogni giorno partono per percorrerlo, da soli, in coppia, con amici.

Sono tante anche le richieste di cammini da fare in gruppo, per cui la Compagnia dei Cammini ha deciso di raddoppiare il viaggio di luglio, con una nuova data dal 21 al 27 Agosto, ecco i dettagli.

✔  Versi per la viandanza che verrà /6

Se tutto ti trattiene parti
Riempi di ombre lo zaino
Lascia il tuo nome sull’uscio
Entra raggiante nel giorno
Avanza come un bisonte
Riposa come una roccia
Rispetta il passo dell’ultimo
Resta in ciò che dura

Luigi Nacci

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✔  Recensioni

La montagna vivente

Nan Shepherd, La montagna vivente, Ponte alle Grazie 2018Questo libro ha una storia lunga e interessante: Nan Shepherd (1893-1981) era scozzese di Aberdeen, e alla sua regione dedicò la vita, fu poetessa e scrittrice, fu insegnante di letteratura, camminò per quaranta anni gli altopiani e le montagne del Cairngorm, ora un grande parco nazionale, a ovest di Aberdeen. “La montagna vivente” fu scritto negli anni della Seconda Guerra Mondiale, nel 1945 la Shepherd lo fece leggere al romanziere Neil Gunn, che lo lodò e ne fu colpito, ma le scrisse che forse sarebbe stato difficile trovare un editore. A quel punto la Shepherd lo mise in un cassetto e lì rimase per più di 30 anni, quando ormai anziana, lo tirò fuori e lo fece pubblicare, in sordina, nel 1977. Ma pian piano in Gran Bretagna è diventato un libro di culto, al punto che il grande scrittore, da noi molto amato, Robert Macfarlane (Le antiche vie, Luoghi selvaggi), autore qui di una lunga introduzione, lo considera uno dei libri di viaggi e di cammino più importanti mai pubblicati. La stessa Nan Shepherd è tornata in auge, e da poco il suo ritratto campeggia sulla nuova banconota da 5 sterline scozzesi. Ottimo quindi che finalmente Ponte alle Grazie l’abbia pubblicato in italiano, perché questo è un libro speciale, scritto benissimo. Ritratto di Nan Shepherd sulla banconota di 5 sterline scozzesiNella bella introduzione Robert Macfarlane fa notare come quasi tutta la letteratura alpinistica sia maschile, e racconti la conquista della vetta, mentre Nan Shepherd si inserisce a pieno titolo, raccontando non le cime, ma un altopiano tra le cime. E per Macfarlane questo libro è all’altezza del miglior Chatwin.

La Shepherd si colloca nella tradizione dei naturalisti anglosassoni, che sanno osservare i piccoli dettagli che la natura ci offre, e poi alzare lo sguardo e descrivere i paesaggi ampi, aerei, tutto intorno. Shepherd in particolare ama i colori e trova sfumature di colore sempre diverse in ogni cosa: l’acqua dei torrenti e dei laghi la vede verde, o trasparente ghiacciata, o azzurra, o viola, così come una tormenta di neve o un cielo.
“I pendii, di per sé perlopiù marroni, si fanno azzurri non appena li vediamo rivestiti d’aria. Assumono ogni tonalità d’azzurro, dal bianco latte opalescente all’indaco. Il loro azzurro si fa più opulento quando la pioggia è nell’aria. Allora le gole sono viola. Le tinte della genziana o della speronella, abitate dal fuoco, si annidano negli avvallamenti. Questi azzurri carichi hanno un effetto emozionale maggiore di quello che può produrre un’aria asciutta. Il blu ceruleo non commuove, ma la gamma dei viola può turbare la mente come fa la musica.”

Il valore di questo libro sono i piccoli pensieri profondi che la Shepherd fa osservando la natura. Un esempio: mentre descrive il Loch (lago) Avon, riflette sul rischio che questo luogo di silenzio possa in futuro essere violato da strade per fuoristrada o da funicolari, che ne rovinerebbero gran parte della magia: “Qui il bene della maggioranza non ha valore. Talvolta l’esclusività è necessaria, non in nome del rango o della ricchezza, ma di quelle qualità umane che possono apprezzare la solitudine”. E poco più avanti: “Io trovo che la tribù parlante desideri ricevere dalla montagna delle sensazioni. Non stupisce che i novizi facciano lo stesso (anch’io lo desideravo). Vogliono la veduta eccezionale, il picco terrificante, sorsi di birra e di tè invece che di latte. Eppure la montagna mi si concede in maniera più completa quando non ho una destinazione, quando non raggiungo alcun luogo particolare, ma sono uscita semplicemente per stare con lei come quando si fa una visita a un amico, senza altra intenzione che stare con lui”.

Anche quando racconta i fatti umani, Nan Shepherd ci lascia perle di saggezza. L’uomo è un piccolo ingranaggio della natura, e l’autrice lo studia come studia il piviere tortolino o lo scricciolo. Per esempio, è molto colpita dai tanti morti che queste montagne selvagge hanno fatto negli anni in cui lei le frequenta, e nel raccontare la terribile morte di due giovani, sopresi da una bufera di neve e ritrovati congelati, commenta: “Commisero, immagino, un errore di giudizio, ma io non posso giudicarli. È infatti il rischio che noi tutti dobbiamo correre quando accettiamo di assumerci la responsabilità di noi stessi in montagna, e finché non l’abbiamo fatto non possiamo saperlo”.

Ogni tanto, nelle pennellate di colore che Nan Shepherd fa dei monti su cui cammina, c’è qualche cenno all’attualità, quando per esempio cammina di notte senza luna, in una notte nuvolosa e con l’oscuramento dovuto alla guerra, per raggiungere un posto sopraelevato da cui ascoltare le notizie trasmesse alla radio. La storia delle umane vicende entra nella natura in punta di piedi, perché è una grande terribile guerra, ma è una piccola cosa se confrontata con i tempi e le dimensioni della natura. Nan Shepherd questo lo sa.
Come in un altro passo, quando commentando il fatto che nel 1940, a causa dell’urgente bisogno di legname per la guerra, il bosco è stato tagliato pesantemente, scrive, rassegnata ma consapevole della forza della natura: “Crescerà di nuovo, ma per un po’ la terra resterà sfregiata e gli esseri viventi – le cince dal ciuffo, i timidi caprioli – spariranno”.

Concludo con una lode per l’editore Ponte alle Grazie, sempre attento, creativo e originale nelle sue proposte. Da qualche mese ha scoperto il mondo del cammino, con la collana Passi, e ci sta proponendo letture davvero pregevoli. (LG)

Nan Shepherd – “La montagna vivente”, Ponte alle Grazie 2018 – 14 euro

PS: mentre scrivevo questa recensione ho appreso che un amico caro se n’è andato. Avrebbe amato moltissimo questo libro, o forse lo ha amato, non ci vedevamo da un po’.
Per tanto tempo abbiamo camminato insieme, poi i nostri sentieri si sono separati, ero sicuro saremmo tornati a calpestare gli stessi passi, ma tu te ne sei andato troppo presto, accidenti! Mi dispiace.

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✔  Persone anziane nei gruppi?

A volte ci sono persone, nei gruppi di camminatori, che si lamentano della presenza di persone anziane. Non le tollerano, ne provano fastidio. Temono che possano rallentare il gruppo o che non vogliano far festa. Temono siano pesanti.

Io invece, quando scorrendo la lista dei partecipanti scorgo date di nascita degli anni ’30, per prima cosa esulto. Perché un ottuagenario che decide di imbarcarsi in un’avventura di una settimana con zaino in spalla, dovendo fare una ventina di km al giorno con ogni tempo e dovendo condividere la stanza o il letto con degli sconosciuti, è sicuramente un viandante, tosto per giunta.
Un ottantenne in cammino non si lamenta mai, è sovente in testa al gruppo, sopporta fatiche che un ventenne se le sogna, e ha argomenti di conversazione variegati, frutto dell’esperienza. Non è mai noioso. Porta sempre rispetto per chi guida il gruppo. Se un difetto ce l’ha è che se ha un problema fisico, per orgoglio e per non dare noia agli altri stringe i denti fino quasi a crollare. Quando me ne rendo conto cerco di convincerlo con tatto a farsi aiutare. E dopo un po’ di resistenza sì, si fa aiutare.
Mio padre, ad esempio, ha quasi 76 anni, ma su un sentiero farebbe mangiare la polvere a una pletora di sportivi ventenni. Una scheggia inarrestabile.
In cammino non ci sono differenze di età, né di genere, né di posizione socio-economica. Siamo tutti uguali sulla strada, e tutti ce la possiamo fare. Anche chi ha una gamba sola, chi è zoppo, obeso, non vedente, o chi nello zaino ha più dolori spirituali che fisici.

Comincio ogni cammino dicendo: abbiamo una sola regola, si chiama “passo dell’ultimo”. Una sola, che ha applicazioni infinite o quasi. Aspettare il più lento, portare una parte del peso di chi soffre di mal di schiena (anch’io ne ho usufruito quando l’ernia al disco è tornata a farmi visita, e ho avuto stupendi compagni che mi hanno aiutato), dare il letto più comodo a chi è più stanco o parte del proprio cibo a chi lo ha finito, camminare al fianco di qualcuno in silenzio perché sentiamo che quella persona ne ha bisogno, o lasciare camminare in solitudine chi cerca il raccoglimento, attendere che tutti siano a tavola per cominciare a mangiare eccetera.
Il cammino è inclusione. Non c’entra nulla con le escursioni, con il trekking, con le gare. Nessuno può essere lasciato fuori.

Luigi Nacci

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✔  I cammini alla radio

Sono disponibili le nuove puntate della trasmissione di Radio Francigena L’arte del camminare, condotta da Luca Gianotti, che ogni settimana approfondisce una storia, con interviste, canzoni, approfondimenti e appuntamenti. Le ultime puntate, le ultime della stagione 2017-18:

  • Puntata 97:
    Camminare e veleggiare. Intervista a Claudio Ansaloni
  • Puntata 98:
    Camminare in Mongolia. Intervista a Micha Calà
  • Puntata 99:
    Pericoli in cammino: orsi, lupi, cinghiali e vipere
  • Puntata 100:
    L’euforia della strada: John Burroughs

Ascolta L'arte del camminare in podcast.

Radio Francigena: L'arte del camminare

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✔  Viaggi a piedi Compagnia dei Cammini

Disponibilità posti al 18 giugno

21-24 giugno:
Avventure del Gufo Gigi: primi passi (Emilia-Romagna)
guida e asinaro: Massimo Montanari
Compagnia dei Bambini
3 posti
23 giugno-1 luglio:
Le valli incantate dell’Alto Atlante (Marocco)
guide: Said Zarrouk e Marina Pissarello
difficoltà: @@
6 posti
26 giugno-1 luglio:
Estate in Ciceria: da mare a mare, nell’Istria sconosciuta (Italia / Slovenia / Croazia)
guida: Luigi Nacci
difficoltà: @@
2 posti
27-29 giugno:
CAMMINATA EVENTO. In cammino ad Altra Velocità (Piemonte)
guida: Elisa Leger
difficoltà: @@
9 posti
28 giugno-1 luglio:
Passinsilenzio nelle Alpi Liguri (Piemonte)
guida: Mauro Agliata
difficoltà: 1 orma leggera
5 posti
28 giugno-1 luglio:
Avventure del Gufo Gigi: la pietra magica e i segreti del bosco (Emilia-Romagna)
guida e asinaro: Massimo Montanari
Compagnia dei Bambini
4 posti
30 giugno-7 luglio:
La tribù degli asini curiosi. Campo estivo semi-itinerante (Emilia-Romagna)
guida e asinara: Eugenia Dallaglio
difficoltà: @
Compagnia dei Bambini
4 posti
11-15 luglio:
La gran balconata del Cervino (Valle d'Aosta)
guida: Mauro Agliata
difficoltà: @
8 posti
17-22 luglio:
La rinascita dei Sibillini (Marche)
guida: Franco Michieli
difficoltà: @@
8 posti
21-28 luglio:
La tribù degli asini curiosi. Campo estivo semi-itinerante (Emilia-Romagna)
guida: Eugenia Dallaglio
difficoltà: @
Compagnia dei Bambini
8 posti
25-29 luglio:
Cammino, arte e benessere in Trentino (Trentino-Alto Adige)
guida: Laura Ciaghi
difficoltà: @
6 posti
26-29 luglio:
Cammini a quattro zampe: con i cani nell’alta Valle del Mugello (Toscana)
guida: Tomas Pirani
difficoltà: @@
4 posti
28 luglio-4 agosto:
Tra lupi e pastori (Abruzzo)
guida: Cesidio Pandolfi
difficoltà: @
8 posti
29 luglio-6 agosto:
Moravia, Cammino d’Europa (Repubblica Ceca)
guida: Mauro Agliata
difficoltà: @
9 posti

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La festa Altra Velocità, un grande evento, non mancate

La Compagnia dei Cammini è stata coinvolta nell’organizzazione di una grande festa, che si terrà in val di Susa, titolo emblematico Altra Velocità, ad Avigliana dal 29 giugno al 2 luglio. Per prima cosa organizziamo una camminata per arrivare alla festa a piedi. A passo lento, è il modo migliore per conoscere. E si inizia dall’alto, da Chiomonte e Venaus, perché l’alta valle di Susa ha una storia da raccontare che è importante vedere passo dopo passo, accompagnati da un valligiano che ha vissuto la lotta. Il cammino continua a scendere la valle, da Susa alla Sacra di San Michele, tra boschi, natura, laghi, antichi luoghi sacri, fino ad arrivare ad Avigliana in tempo per iniziare la festa. Ecco i dettagli per partecipare alla camminata.

Poi organizziamo un incontro venerdì 2 luglio in apertura della festa, dedicato al Viaggiare con lentezza, un tavolo di lavoro per organizzare cammini in rete con gli altri protagonisti della festa.

Trovate tutte le info sulla festa sul sito www.altravelocita.info.

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✔  Majella addio?

Pochi giorni fa abbiamo annullato per il secondo anno consecutivo il cammino in Majella, dal titolo “La transumanza e gli eremi”, che si doveva svolgere dal 30 giugno al 7 luglio. Considero quei luoghi davvero unici, un cammino che segue nella prima parte il tratturo magno che conduceva in Puglia, natura e cultura; poi l’arrivo in Majella, e i suoi luoghi sacri, gli eremi, ma anche il torrente Orfento, e la montagna. Gli operatori della Majella mi raccontano che hanno visto un drastico calo di presenze negli ultimi pochi anni. Forse è perché c’è stato un terremoto nell’Appennino centrale? Ma mentre nelle zone colpite dal terremoto, che sono i Sibillini, ci sono tante iniziative di solidarietà, e quindi in tanti stanno andando, la Majella, che è molto più a Sud, risente di questo effetto negativo?

Non so davvero spiegarmelo, vi chiedo quindi di aiutarmi a capire, ho creato un sondaggio, vi prego di rispondere (anche per decidere se ripetere il tentativo nel 2019 o cancellare la Majella dal nostro catalogo):

  • Mi interessava la proposta, ma non coincidevano le date con le mie, provate a cambiare data
  • Non avevo visto la proposta, forse dovreste provare a promuoverla meglio
  • L’avevo vista, non mi sembra così interessante
  • L’Abruzzo ha una percezione negativa perché è legato al terremoto
  • Transumanza e luoghi sacri, due temi diversi, questo crea dispersione, puntate a un tema solo
  • La Majella non esiste, è un prodotto della nostra mente
  • Forse è solo un caso che questo viaggio sia saltato per due anni consecutivi, ritentate il prossimo anno!
  • I motivi sono altri: _______________

Potete rispondere al sondaggio da questa pagina.

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✔  Appuntamenti nella natura e nel naturale

L’arte di camminare scalzi

Andrea Bianchi sta diffondendo in Italia il valore del camminare scalzi, ha fondato una scuola, ha pubblicato 3 libri e un documentario.
Il 25 giugno, ore 18, è a Torino a presentare il suo nuovo libro e il documentario, entrambi dal titolo “Con la terra sotto i piedi”, al Festival Torino Spiritualità (Circolo dei Lettori, via Bogino 9).
Dal 29 giugno al 1 luglio Andrea Bianchi sarà a San Candido (BZ) all’Adventure Outdoor Fest, con 3 workshop di barefoot hiking di 2 ore e mezzo l’uno (costo 25 euro), ma anche camminate mattutine gratuite e una conferenza di presentazione.

Cammini e narrazioni con Davide Sapienza

Il Sistema Bibliotecario Valle Seriana (Rete Bibliotecaria Bergamasca) propone Nel cuore della montagna, la prima rassegna di narrazioni in cammino condotte su più territori con lo scrittore italiano creatore dei cammini geopoetici, Davide Sapienza (autore di I Diari di Rubha Hunish, Camminando, Scrivere la natura, firma del Corriere della Sera a Bergamo).
Dalla formidabile geografia orobica al racconto del rapporto tra natura, uomo, narrazione per interpretare attraverso gli spunti poetici il nostro territorio.
Eventi gratuiti previa prenotazione presso le biblioteche aderenti, prossime date 8 luglio a Cene, 15 luglio a Parre, ecco il programma completo.

La Lunga Marcia è ormai completa

La Lunga Marcia per l’Aquila, giunta alla settima edizione, cambia nome, e diventa Lunga Marcia nelle terre Mutate, perché collega i luoghi di due eventi sismici, si parte da Fabriano il 27 giugno e si arriva a L’Aquila l’8 luglio, camminando 12 giorni, prima sui Sibillini, poi sui Monti della Laga. Ecco i dettagli della camminata sociale, ma attenzione, i 60 posti al giorno sono quasi terminati, solo le prime tape hanno posto, e ovviamente l’arrivo a L’Aquila invece è aperto a tutti, sarà una lunga processione il giorno 8 luglio.

Blue Heart, salviamo gli ultimi fiumi selvaggi, a Imperia

Giovedì 12 luglio, ore 20.30 a Imperia serata Blue Heart da non perdere. Partecipa anche tu alla proiezione del nuovo film “Blue Heart”, prodotto da Patagonia.
Ingresso gratuito. Questa proiezione è un’iniziativa di Patagonia, Compagnia dei Cammini e UISP Imperia.
Più di 3.000 dighe e derivazioni sono attualmente in fase di realizzazione o progettazione nei Balcani, sugli ultimi fiumi incontaminati d’Europa. Queste centrali idroelettriche provocheranno danni irreversibili ai fiumi, alla fauna selvatica e alle comunità locali. Blue Heart documenta la lotta per difendere il Vjosa, in Albania, il più grande fiume incontaminato d’Europa, gli sforzi profusi per salvare la lince dei Balcani in via di estinzione in Macedonia e la protesta delle donne di Kruščica, in Bosnia ed Erzegovina, condotta 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 per proteggere l’unica fonte di acqua dolce della loro comunità.
Durata film 40 minuti. Segue discussione.
https://blueheart.patagonia.com/

Ritiro con camminate a Pantelleria

Anita Constantini, oltre che accompagnare alcune proposte itineranti di Cammini di pace, organizza un ritiro con pratiche di consapevolezza e camminate a Pantelleria, con base fissa. Dall’1 all’8 settembre, questo il programma: “Nello spirito di un ritiro di meditazione la giornata é scandita dalla pratica di consapevolezza: meditazione all’alba, risveglio del corpo, preparazione dei pasti, condivisione della propria esperienza. Avremo tempo per nuotare nel mare cristallino e nelle acque calde termali dello Specchio di Venere, e tempo libero per riposare ritornando a Casa nello spazio di pace, nell’isola in Sè.”
Ogni giorno si cammina per 4 ore, si alloggia in dammusi, si mangia vegetariano. Informazioni: Anita al 339 6075 288, iscrizioni: anitacon@alice.it

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✔  Lettere

Su camminatori e segnavia (dopo il botta e risposta del numero precedente)

« Caro Luca, ti ringrazio per l’attenzione e lo spazio che hai voluto dare alla mia nota, con la pubblicazione sul giornale dei Cammini e la tua bella nota a commento. In effetti ho ascoltato su Radio Francigena, dopo averti scritto, la tua intervista a Luigi Nacci, e ho capito meglio quel che voi volete dire, e quel che tu intendi, e anche Luigi, per “perdersi”. In effetti io avevo 18 anni nel 1973… ed ero con quegli amici che cito… altri tempi. Di fatto non avevamo paura, o se ne avevamo cercavamo strumenti per affrontarla, e per me e per loro, ad esempio, fin da molto giovani, il CAI è stato una buona scuola. E i sentieri non erano certo autostrade, nemmeno le ferrate, certamente! Io non ho ancora visto sentieri storpiati dall’eccesso di segnaletica, come hai visto tu, ma certamente ci sono, e vedo che anche a Venezia, dove peraltro è molto bello “perdersi”, un sacco di gente gira col cellulare in mano e Google Maps, senza vedere quel che sta loro intorno… Come è capitato a te, io mi sono persa, ovvero ho perso il sentiero, o la traccia, più di una volta, e per di più da sola, mi è successo in Tirolo, ma anche in Trentino, e all’isola di Amorgos…
dove la segnaletica è decisamente vaga! Devo ammettere che se c’è stato panico e anche eccesso di fatica per recuperare la “retta via”, appunto la vecchia scuola dei miei anni giovanili mi è venuta sempre in soccorso, e alla fine, hai ragione, avete ragione, tu e Luigi, “perdersi”, in senso buono, con gli strumenti adatti, fa crescere.
Quindi grazie per quel che comunicate e trasmettete. E magari, credendovi “provocatori”… lo sono stata un po’ io!
A presto e buoni giorni a te »
Tiziana

Di ritorno dalla grande traversata di Cherso

« L’escursione all’isola di Cherso era, in tutti aspetti, magnifica. Ringrazio la Compagnia e la bravissima guida, Luigi Nacci, per una settimana indimenticabile.
Cordiali saluti, »
Charles

« Incontrarsi lungo il sentiero – una metafora.
Ci siamo incontrati per caso e abbiamo camminato sotto un cielo di lavanda e di vento, circondati dall’azzurro profondo del mare e dal profumo della macchia odorosa. Abbiamo ascoltato parole, rintocchi ed echi di un racconto che si faceva quadro e affresco storico, rappresentazione e dipinto dell’umano cammino, del nostro esistere, e spesso, nel suo dipanarsi, strazio e tragedia ripetuti e secolari.
Quante volte, non solo a Cherso, non ci siamo seduti su una pietra o una zolla di terra e d’erba, al limitare del sentiero, chiusi gli occhi? - Per vedere più chiaro e più lontano, mentre la campagna si distendeva e dilagava come un mare oltre l’orizzonte. Si spande il silenzio, sale un’intima musica, ci avvolge come un canto segreto, forse d’amore, forse di nostalgia o di speranza.
Camminiamo e cerchiamo - sempre: se non troviamo in un posto, cerchiamo in un altro: da qualche parte la risposta è ferma, lì, ci attende. La risposta alla gioia e alla fatica del vivere. E, sì, anche al dolore.
Ma quante sono le risposte, quanti gli incontri lungo il cammino, nello scorrere del libro delle ore e dei giorni? Ci fermiamo: ogni sosta è diversa, talora scatta una magia. E le magie si ripetono, come un filo di perle o di rosso corallo.
Abbiamo camminato in mezzo ai pascoli, alle pietre, agli alberi contorti e spinosi, ai campi di salvia, ai rari papaveri e alle gialle ginestre, nella terra rossa, nella terra nera, sotto gli olivi. Non saremo mai le stesse persone di quando abbiamo iniziato il cammino: ogni incontro ci cambia, e, quando di nuovo muoveremo il passo, ci porteremo dentro i sentieri che abbiamo percorso e gli incontri e le parole che ci hanno cambiato per un’avventura dell’emozione e dello spirito.
Ricomposti torniamo, infine, far le nostre mura, perché “There is no world without Verona walls”, anche se, in quel caso, non alle mura probabilmente si alludeva, ma al sorriso e alle braccia di Giuglietta.
Con un saluto e un sorriso a tutti voi, grato per il cammino percorso assieme. »
Mario (80 anni, compiuti il primo giorno di cammino, decano di noi camminatori, e sempre in testa al gruppo!)

Di ritorno dal cammino in Scozia con Franco Michieli

« Mi fa piacere condividere una frase che ho recentemente letto che mi riporta sulle brughiere scozzesi. Si tratta di una “benedizione del viaggiatore” di San Patrizio, il famoso vescovo e missionario irlandese che aveva origini scozzesi.

May the road rise to meet you,
may the wind be always at your back,
may the sun shine warm upon your face,
and the rains fall soft upon your fields and,
until we meet again,
may God hold you in the palm of His hand.
Sia la strada al tuo fianco,
il vento sempre alle tue spalle,
che il sole splenda caldo sul tuo viso e la pioggia
cada dolce nei campi attorno e,
finché non ci incontreremo di nuovo,
possa Dio proteggerti nel palmo della sua mano

Mi pare proprio che chi ha condiviso il cammino con Franco nelle Highlands abbia una forte e chiara comprensione di alcuni passaggi quali “il vento sia sempre alle tue spalle”, oppure “il sole splenda caldo sul tuo viso e la pioggia cada dolce nei campi attorno” »
Daniele

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✔  Il video finale

Lo diciamo da tempo, siamo intossicati dall’uso dei cellulari. L’esperimento di un film studia il comportamento di 4 ragazzi che accettano di stare 10 giorni senza smartphone e senza social. Questo servizio ci fa riflettere. In cammino, amici, spegnete il cellulare!

Video 10 giorni senza smartphone

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✔  I nostri numeri

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